Un episodio tanto drammatico quanto insolito ha condotto Alessio Ceccoli, cittadino sammarinese, di fronte al giudice Adriano Saldarelli.
Il 3 luglio 2023, il ragazzo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale dopo essere stato attaccato da una vipera cornuta che custodiva nella propria abitazione. L’animale – notoriamente pericoloso – era solo uno dei tanti rettili e artropodi detenuti in casa, tra cui figuravano specie tropicali e protette, alcune delle quali considerate potenzialmente mortali.
A seguito dell’incidente, il Servizio Veterinario ha avviato un’indagine approfondita, culminata in un’ispezione presso il domicilio di Ceccoli. Gli ispettori si sono trovati davanti a un vero e proprio “zoo domestico”: serpenti, ragni velenosi, gechi e persino un piccolo caimano nano). Presenti anche esemplari di Morelia viridis, un pitone verde arboricolo appartenente all’elenco CITES, che tutela le specie a rischio di estinzione.
In aula, la Procuratrice Fiscale Giorgia Ugolini ha rimarcato la gravità delle violazioni, sottolineando come molte delle creature esotiche fossero state introdotte in territorio sammarinese senza alcun titolo autorizzativo e prive del necessario registro di carico e scarico previsto dalla normativa CITES e dalla legge vigente sul commercio e la detenzione di animali pericolosi. “Non è accettabile attribuire l’omissione agli uffici competenti – ha dichiarato la PM – l’onere della legalità ricade su chi importa e gestisce queste specie”.
Gli avvocati della difesa, Stefano Pagliai ed Elena Zaghini, hanno invece invocato la buona fede del giovane, facendo leva sul fatto che Ceccoli aveva in seguito avviato comunicazioni con le autorità sanitarie nel tentativo – seppur tardivo – di regolarizzare la sua posizione. “Non c’è stato dolo – ha sostenuto Pagliai – e il comportamento complessivo dimostra semmai la volontà di conformarsi alle norme”.
Il Commissario della Legge Adriano Saldarelli ha però ritenuto prevalente la posizione dell’accusa e ha sanzionato Ceccoli con una multa amministrativa di 4.500 euro, rigettando la richiesta di assoluzione nonostante la non perfetta chiarezza del quadro normativo. Il giudice ha stabilito che, anche in assenza di dolo, l’omissione di atti dovuti resta punibile.
L’episodio ha riacceso il dibattito pubblico sulla pericolosità della detenzione privata di animali esotici e velenosi in mancanza di autorizzazioni specifiche. Il caso evidenzia un vuoto normativo che, secondo molti esperti, necessita di un aggiornamento urgente per tutelare la salute pubblica e il benessere animale. La difesa ha annunciato la possibilità di proporre ricorso in secondo grado.