“Io sottoscritto -leggeranno i cento destinatari, 99 per l’esattezza- nella mia piena capacità di intendere e di volere, rivendico il rispetto e l’applicazione dei diritti inviolabili che come essere umano, per nascita, mi appartengono”. Prerogative poi riassunte in “diritto di libertà e di uguaglianza” e in altri diritti “assoluti, inviolabili, irrinunciabili e imprescrittibili”.
Ma in cosa il decreto 85 violerebbe questi diritti? La risposta -sempre secondo la tesi dei “mittenti”, contestata, si ricordi, da anche illustri giuristi- è nell’email. “Richiamo, pertanto, l’articolo 4, tutti sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di condizioni personali, economiche, sociali, politiche e religiose; l’articolo 5, i diritti della persona umana sono inviolabili; l’articolo 6, la Repubblica riconosce a tutti le libertà civili e politiche e in particolare, sono garantite le libertà della persona, del domicilio, di dimora ed espatrio, di riunione e d’associazione, di manifestazione del pensiero, di coscienza e di culto, della nostra Carta dei Diritti”. (…) La Serenissima