San Marino. Politica già in subbuglio: primi “corteggiamenti” fra forze di opposizione… In attesa di “accogliere” anche la ”Morganteria” e pezzi dell’ex Civico10 … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Vi lanciamo un invito: siamo pronti a confrontarci con voi e con tutta l’opposizione per trovare, se possibile, una posizione comune da presentare alla maggioranza”… L’amore non è bello -vien da chiedersi- se non è litigarello?

Sono esterefatto, credetemi… Se le sono suonate di santa ragione, in uno scambio di accuse che farebbe impallidire -per “violenza”- la celebra Battaglia di Stalingrado. Poi, tutto ad un tratto: l’invito a collaborare. Mi riferisco, l’avrete capito, a Rete e Repubblica Futura, le quali dopo essersi accusate a vicenda di immani “nefandezze”, sono arrivate a scambiarsi una sorta di richiesta di fidanzamento… E’, secondo voi, eccessivo definire ridicola la cosa?

Ben inteso, che la minoranza consigliare si organizzi su posizioni comuni e alternative da “presentare alla maggioranza” è auspicabile, ma queste posizioni comuni, appaiono ben difficili da individuare visto quanto accade fra due dei tre partiti di opposizione, Rete e Rf appunto. Infatti, se questa maggioranza non si può definire coesa, un patto fra Motus Liberi, Rf e Rete appare come una alleanza della jungla fra leoni, gazzelle e pitoni.

Eppure, visti i numeri -almeno “ufficiali”- di questa maggioranza, un modo per almeno coordinarsi e far finta di aver trovato obiettivi comuni i tre partiti di opposizione hanno il dovere di trovarlo. Pena la totale sterilità e inutilità del delicato ruolo -propositivo e di controllo- dell’opposizione proprio di ogni democrazia.

Le premesse non sono delle migliori, ma spero che, alla fine, questa sintesi programmatica e di azione politica, Motus Liberi (che potrebbe così terminare il cammino verso l’harakiri politico), Rete e Rf la trovino. E non solo per la salute del sistema democratico, ma anche per favorire una semplificazione di questa affollatissima quanto variegata maggioranza, imposta da una legge elettorale che, mirando alla stabilità e grazie alla “follia” politica di qualche partito, finisce per compromettere la qualità dell’azione di ogni governo che c’è stato, c’è e ci sarà.

In tal senso, a dire il vero, ci ha messo molto di suo Motus Liberi, la quale -apparentemente- incantata dal “canto delle sirene” proveniente dalla sede di Repubblica Futura, ha gettato al vento ogni possibilità di dar vita ad una coalizione elettorale con Pdcs e Ar  che, col senno di poi, avrebbe vinto a man bassa già al primo turno dando al Paese un governo che avrebbe governato con più efficacia e meno compromessi di quanto potrà fare questo. Ma questa è ormai storia vecchia…

L’attualità è una maggioranza che supera i due terzi del Consiglio, ma che appare fortemente divisa al suo interno e che può contare su ben meno dei 44 seggi parlamentari che la compongono e che fanno pensare ad un -non immediato- ridimensionamento anche formale dei numeri a sostegno del governo.

Libera, del resto, appare agli osservatori più attenti già divisa in due tronconi, tanto che una delle sue tre componenti, quella più spostata a sinistra -nonostante la forza che ha negli organismi dirigenziali interni- è priva di rappresentanza nell’esecutivo. Nessuno resterà stupito, quindi, al riecheggiare delle prime voci di incontri “carbonari” fra questa “corrente” di Libera (la cosiddetta “Morganteria” che già nel periodo preelettorale mirava palesemente a costruire una “ammucchiata” di governo del “tutti tranne il Partitone”) e una delegazione di Repubblica Futura… Sempre che non ci sia già stata!

Del resto, che c’azzecca la sinistra più ideologicamente “nostalgica” con questa maggioranza? Nulla. E’ già estrema minoranza nella maggioranza: non ha né numeri né, quindi, potere di influenzare nessuna decisione e non potrà condividere punti chiave dell’azione necessaria, indispensabile, a traghettare il Paese verso quel nuovo sistema di sviluppo economico e assistenziale imposto sia dalle esigenze di bilancio che dal contesto globalizzato in cui la Repubblica è “immersa”.

Oggi più che mai, al Titano, servono scelte liberali, che Motus -per la sua poca lungimiranza e visione politica dimostrata, nonostante si presenti come il più liberale dei partiti sammarinesi- potrà solo osservare nel ruolo di “comparsa” o “attore non protagonista” e che andranno fatte da un governo di impronta liberale nella sua maggioranza (Pdcs, Ar, Psd e Libera depurata dagli ”amici di RF”)… Il resto della maggioranza non è altro che una comparsa, o peggio una palla al piede che, almeno in parte, potrebbe -senza la forza di determinare una crisi di governo- troncare la sua catena qualora all’opposizione prenda vita un raggruppamento unito almeno nella sua azione e nei suoi obiettivi…

Enrico Lazzari

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