Mercoledì 23 aprile 2025 si è tenuta, davanti al Giudice d’Appello Renato Bricchetti, l’udienza relativa al processo a carico di Marco Spiga, imputato per bancarotta fraudolenta nell’ambito del fallimento della società per azioni Lucas. Spiga è stato assistito in giudizio dall’avvocato Nicola Maria Tonelli, che ha presentato impugnazione contro la sentenza di primo grado.
Al centro della vicenda, una serie di fatti ritenuti tra loro collegati da un medesimo disegno criminoso, finalizzato – secondo l’impostazione accusatoria – a sottrarre beni già sottoposti a pignoramento, così da eludere le garanzie offerte ai creditori della società fallita. Tra i beni distratti, vi sarebbero strumenti da lavoro e beni mobili di valore: due saldatrici, una cassettiera da officina, un’idropulitrice, un televisore, uno schermo LCD, dei sigari, un armadio umidificatore e persino uno smerigliatore, tutti sottratti dopo essere stati formalmente sottoposti a pignoramento.

La sentenza di primo grado ha ritenuto provata la responsabilità dell’imputato, condannandolo a due anni e due mesi di prigionia e disponendo l’interdizione per lo stesso periodo dai pubblici uffici, dai diritti politici e dall’attività commerciale.
In sede di appello, la difesa ha articolato due motivi principali. Il primo mira alla concessione della sospensione condizionale della pena, rigettata in primo grado, richiamando i principi di finalità rieducativa della pena e sottolineando che Spiga risulterebbe incensurato a San Marino, pur avendo pregressi penali in Italia, definiti “risalenti” e non ostativi al beneficio. L’avvocato Tonelli ha inoltre citato una precedente sentenza d’appello sammarinese che sancisce come la sospensione vada valutata più in funzione del futuro dell’imputato che del suo passato.
Il secondo motivo di impugnazione ha riguardato la sussistenza della continuazione, contestando la valutazione del Commissario della Legge. Secondo la difesa, gli episodi sarebbero limitati a due occasioni distinte, insufficienti a fondare una condanna aggravata per continuità del disegno criminoso. La memoria finale depositata dall’avvocato Tonelli ha infine ricordato che l’imputato riteneva, al momento dei fatti, che quei beni non rientrassero nel patto di concordato e che quindi potessero essere gestiti diversamente.
A chiusura dell’udienza, il Procuratore del Fisco Giorgia Ugolini ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, dichiarando infondato l’appello e richiamando i contenuti della memoria depositata lo scorso 19 febbraio.
Il Giudice Bricchetti ha quindi assunto la causa in decisione. La sentenza d’appello è attesa nei prossimi giorni e potrebbe confermare o riformare la condanna in primo grado.