San Marino. Questione Amazon. La parola al nostro ”lettore esperto”

Buongiorno,
noto che il caso Amazon sta riscuotendo molto interesse e che tutti, ma proprio tutti postano la propria idea ma purtroppo nella maggior parte dei casi leggo strafalcioni che non stanno me in cielo né in terra e purtroppo anche da addetti ai lavori e politici, quindi vorrei provare a fare un poco di chiarezza dal punto di vista tributario.
Le vendite a distanza effettuate dall’ Italia verso san marino sono regolate dal decreto 147/2021 il quale cita che in caso di vendite verso San Marino con importo superiore a 28.000 euro vige l obbligo da parte del venditore (Amazon) di nominare un proprio rappresentante fiscale avente il compito di assolvere l imposta monofase dovuta in base alle vendite stesse.
Il privato che acquista da amazon non può provvedere in autonomia ad assolvere la propria monofase in quanto privato.
Amazon a quanto pare non intende perdere tempo a nominare il proprio rappresentante fiscale ed io a tal proposito proverei a proporre ad Amazon che a nominareil rappresentante fiscale ci penserebbe direttamente l’ufficio tributario e quindi Amazon dovrebbe solo comunicare al tributario le cessioni verso San Marino poi sarebbe l ufficio stesso a produrre le autofattura e calcolare la monofase dovuta e comunicare la stessa ad Amazon insieme alla restituzione delle autofatture , in questo modo si toglierebbe ad Amazon tutta la parte burocratica e l unico suo onere sarebbe quello di provvedere al versamento dell imposta dovuta.
Vorrei inoltre fare chiarezza sulla cessione con iva/ senza iva che Amazon faceva.
1)Se Amazon fa fatture con iva non è in regola in base a quanto previsto dal succitato decreto ma sembra ovvio che versando L’IVA all’agenzia delle entrate la cosa non interesserebbe molto mentre se fa le cessioni in esenzione d’Iva, in mancanza della prova del versamento dell imposta Dovuta a San marino ( ritorno della fattura del rappresentante fiscale comprovante tale versamento) non hanno validità per l agenzia delle entrate italiana che in caso di un controllo potrebbero forse richiedere ad Amazon liva evasa oltre alle sanzioni dovute, dico potrebbero forse perché esiste un decreto comunitario del 2021 che prevede che per le vendite verso i privati a mezzo e-commerce tra paesi comunitari il paese impositivo ai fini iva sia il paese del destinatario, tale decreto però riguarda solo vendite tra paesi comunitari ma ll’articolo 3 del decreto Cee/San marino n. 102/2010 prevede che San Marino si attenga alle disposizioni doganali comunitarie e questo potrebbe generare confusione ; se l importazione invece avviene da paesi comunitari e/o extracomunitari l’imposta anche da parte del privato è sempre dovuta. Quindi riepilogando 1) Amazon per cessioni dall’italiano non puo cedere in esenzione diva se poi non procede al versamento dell imposta monofase a San marino a mezzo rappresentante fiscale
2) non può cedere con IVA in base al decreto sopra esposto.
3) se cede da paesi diversi dall italia anche il privato è sempre tenuto al versamento dell’imposta monofase 4) la soluzione si può trovare solo confrontandosi con Amazon portando ad esso delle proposte atte a togliete loro qualsiasi impegno burocratico eccetto quello del versamento imposta monofase( per loro briciole,) mi pare ovvio che a questo confronto pro proposte dovrebbero partecipare dei tecnici davvero competenti ma immagino che questi già ci siano.
Un lettore