San Marino risorsa per l’italia!

Bella intervista di Romeo Morri a Dire. Tra i temi trattati il recupero del rapporto con l’Italia. Di seguito l’intervista:

Il recupero delle relazioni bilaterali è tra i temi prioritari dell’Unione dei moderati, la lista che vede i Popolari sammarinesi al fianco di Alleanza Nazionale nella coalizione del Patto per San Marino. Un “progetto politico nuovo, di svolta”, sottolinea Romeo Morri, candidato Ps e consigliere uscente, che punta anche sul “ricambio generazionale”. E tra le “urgenze” da risolvere indica il problema delle residenze, la sicurezza e le pensioni.
Dieci governi, più o meno, in dieci anni. San Marino non è certo stato un esempio di stabilità politica negli ultimi due lustri. Può, in caso di vittoria elettorale, la vostra coalizione, formata da otto partiti, assicurare la coesione necessaria a completare una Legislatura?
E’ vero, ai nastri di partenza per la formazione della coalizione si sono ritrovati otto partiti. I quali, da subito, proprio in attinenza con la nuova legge elettorale, hanno trovato e praticato la strada delle aggregazioni. La stesura del programma è stata un’altra occasione di confronto, incontro e mediazione. Un lavoro fondamentale che non è avvenuto, come in passato, solo per obiettivi di poltrona, ma per costruire un progetto politico nuovo, di svolta, di cambiamento. I passaggi più difficili li abbiamo superati, perciò credo che questo sia un buon viatico anche per la coesione che sarà necessaria domani nell’affrontare un’eventuale responsabilità di governo del Patto per San Marino.

Vi presentate alle urne, con Alleanza Nazionale, come Unione dei moderati. Quale sarà il vostro apporto alla coalizione di centrodestra? Quali i temi assolutamente da affrontare e quali quelli cari al suo partito?

Il cammino con Alleanza Nazionale nasce da lontano, in tempi non sospetti, molto prima che si decidesse di andare alle elezioni anticipate. Naturalmente questo ha favorito entrambi i partiti anche nel lavoro per la costruzione della coalizione e per individuare i temi prioritari. Quindi, innanzitutto, il rapporto con l’Italia, perché il recupero delle relazioni bilaterali consentirà, a cascata, di dare risposte ai grandi problemi dell’economia: dall’esterovestizione al sistema bancario e finanziario; dalla doppia imposizione fiscale (questione che interessa soprattutto i frontalieri) agli accordi in materia sanitaria, universitaria, turistica e commerciale. Sullo stesso piano di urgenza abbiamo posto anche il problema delle residenze e della sicurezza, che sono nostri cavalli di battaglia da anni; e quello delle pensioni.

Continuiamo a parlare della vostra coalizione. Non temete di essere fagocitati dalla Dc?

La DC è un grande partito, con una lunga storia e una tradizione culturale, oltre che politica, profondamente radicata nel tessuto sociale sammarinese. Ma è anche un partito che ha avuto nella storia recente un grosso travaglio interno. E’ un percorso che, forse, non è finito e che può presentare importanti sviluppi. Sicuramente, con la DC è stato avviato un dialogo propositivo e progettuale che nasce già all’indomani del suo ultimo congresso, quando è stata decisa una nuova classe dirigente. Quello che succederà, lo vedremo.

Assieme ad An, partite con due consiglieri rappresentati nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, lei e Sansovini. Qual è il vostro obiettivo elettorale come lista?

Nelle elezioni del 2006 abbiamo pagato un prezzo molto alto alla frammentazione, sia AN, sia noi Popolari. La lista unica nasce appunto anche da quell’esperienza. Si parte sempre per vincere, anche perché crediamo fortemente in questo progetto politico e nella volontà di cambiare. Per questo la lista dei Moderati ha confermato i nuclei storici di entrambi i partiti con interessanti new entries che garantiranno il ricambio generazionale.

Siete i grandi favoriti, come coalizione, alle prossime elezioni, ma dalla parte opposta vi si accusa di essere in troppi, di non avere un programma condiviso e di essere immaturi per governare. Come si sente di replicare a queste affermazioni?

Sono le solite strumentalizzazioni elettoralistiche. Ho già detto del programma, che prima di essere chiuso ha visto l’esercizio del confronto e della mediazione da parte di tutti per arrivare ad un documento finale condiviso e accettato. Sarà il nostro vangelo per la prossima legislatura. Non mi sembra che sia accaduto altrettanto nell’altra coalizione, che ha riproposto il programma preparato per il famoso governo dei 31, abortito prima di nascere…

Più moralità nella politica: è stato a lungo il vostro slogan. Come conciliarlo alla logica delle alleanze con i grandi partiti, contro cui avete da sempre puntato il dito?

Vuol dire forse che nei grandi partiti non ci sono persone oneste? Ci sono. Ci sono. Il ricambio che tutti auspichiamo dovrà essere fatto proprio in funzione di chi si è sempre battuto per la legalità e il rispetto del diritto.

Recupero del rapporto con l’Italia: quale carta può spendere in più la coalizione di centrodestra rispetto a quelle a disposizione del centrosinistra?

Di certo la coalizione di centrosinistra, che è al governo ininterrottamente da molti anni, seppure con diversi partner, non ha un bilancio positivo in questo senso. Tante promesse, mille annunci, e mai una firma. Compresa la mancata visita di Fini per suggellare un accordo già parafato. Il quale, se fosse diventato esecutivo, avrebbe posto San Marino in una posizione di sudditanza dalla quale non ci saremmo mai rialzati. Pur di sottoscrivere quell’accordo, il PSD aveva accettato qualsiasi condizione, a scapito della nostra autonomia e sovranità statuale. E ancora oggi sta cercando di fare altrettanto: ottenere una firma a prescindere. Solo per scopi elettoralistici. Crediamo che ci si debba muovere su altri presupposti, a cominciare dal reciproco rispetto. San Marino non può essere considerato “un’anomalia storica” ma una risorsa. Anche per l’Italia. Di qui bisogna ripartire per costruire un nuovo rapporto bilaterale.

 

Fonte: Dire

 

 

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