San Marino. Scomparsa di padre Marco Malagoli, il ricordo di Enrico Lazzari

Si è spento ieri mattina, dopo una lunga malattia, Padre Marco Malagoli, all’età di 80 anni, a pochi mesi dal compimento dell’81esimo anno di vita. La notizia ha scosso non solo la comunità cattolica di San Marino, dove per oltre 30 anni è stato Guardiano del convento, ma anche chi, pur non vivendo tra le mura della Repubblica, ha avuto modo di incrociare la sua figura e il suo pensiero… Parlo di me, ovviamente.

Padre Marco non era un semplice frate. Era un uomo di fede, certo, ma anche un intellettuale, un punto di riferimento per molti, un’anima che univa la tradizione francescana a una profondità quasi filosofica. Ora, con le sue parole, era capace di spingermi verso la commozione e, un secondo dopo, riusciva a stemperare con una -certamente ironica, ma sempre profonda e saggia- “battuta”. 

Padre Marco, dicevo, non era un semplice frate. Basti pensare al suo ruolo pionieristico: fu il primo sacerdote a guidare il gruppo Scout sammarinese e il primo assistente religioso di Comunione e Liberazione in Repubblica, diventando il pilastro di un nucleo storico di CL che ancora oggi ricorda il suo contributo.

Chi scrive lo incontrava occasionalmente, per esempio in un ristorante dove entrambi ci recavamo. Erano momenti fugaci, ma significativi. Due, tre conversazioni dopo pranzo, mai banali, mai superficiali. Lui, con la sua tunica e la sua calma olimpica, incarnava una fermezza gentile, una decisione mai arrogante, una pazienza che sembrava infinita… Eppure, per chi, come me, si avvicina alla religione con uno sguardo critico, forse troppo razionale, a volte troppo distante, Padre Marco poteva apparire un po’ troppo “integralista cristiano”. Ma era proprio quella radicalità nella fede a definirlo, a renderlo autentico: non sarebbe stato Padre Marco senza quella passione per il Vangelo, espressa però sempre con comprensione, mai con dogmatismo.

Ciò che colpiva, oltre alla sua umanità, era la sua straordinaria cultura teologica e filosofica. Non si limitava a essere il Padre Francescano di una nazione intera: era un pensatore, un uomo capace di articolare concetti profondi con una chiarezza e una densità rare. La sua cultura non era mai ostentata, ma emergeva naturale, viva, nelle parole che sceglieva con cura, nei silenzi -non li dimenticherà mai!- che sapeva riempire di significato. Era un uomo che parlava di fede, di vita, di valori, e lo faceva con una saggezza che invitava alla riflessione, anche chi non condivideva pienamente il suo approccio e le sue credenze.

Padre Marco lascia un vuoto, non solo a San Marino, dove i suoi funerali si terranno mercoledì 2 aprile alle 10:00 presso la chiesa di San Quirino in Città -preceduti dalla recita del Santo Rosario domani, martedì 1° aprile alle 20:30 nello stesso luogo- e dove sarà sepolto al cimitero di Montalbo. Lascia un’eredità di pensiero, di esempio, di umanità. Forse, in un mondo sempre più frenetico e superficiale, la sua figura ci ricorda che la profondità, la pazienza, la fede vissuta con coerenza sono valori che non possono essere dimenticati.

Non si può dimenticare, del resto, quella sua capacità di stemperare persino le discussioni più serie con un sorriso o una battuta tagliente, mai volgare, ma sempre affilata come una lama benedetta. Chi scrive si domanda se, lassù, non stia già organizzando qualche discussione teologica con i santi, cercando di convincerli – con quel misto di fermezza e ironia – che anche loro potrebbero fare di più per il bene dell’umanità.

Enrico Lazzari