San Marino. Tutti contro Guzzetta

Nella mattinata di ieri, in apertura di Consiglio, ha tenuto banco la discussione sulle dichiarazioni che il dirigente del Tribunale Guzzetta ha rilasciato alla stampa italiana. Dichiarazioni che avrebbero messo in forte imbarazzo lo Stato di San Marino tanto che il consigliere di Rete Daniele Giannoni ha affermato: “Guzzetta non può dare dei barboncini ai parlamentari italiani”. Lo stesso segretario alla giustizia Massimo Ugolini è intervenuto su questo punto affermando: “Sono stato chiamato in causa più volte per le dichiarazioni fatte dal dirigente del Tribunale e ci siamo interrogati più volte su questa figura. Una figura che non è né magistrato né risponde alle leggi della Pa. Si è cercato di mettere in campo delle iniziative per cercare di avere dei supporti di carattere finanziario in un momento difficile per il nostro Paese, cercando di cementare ancora di più un legame secolare con la Repubblica Italiana. Se oggi vogliamo cementare un rapporto con l’Italia qualche asintonia potrebbe esserci. Qualcuno dovrebbe avere la consapevolezza che le dichiarazioni fatte potrebbero avere un peso nei rapporti con altri Stati, a cominciare dalla Repubblica italiana”. Dello stesso avviso il segretario Marco Gatti: “Particolarmente grave che con continuità troviamo esponenti istituzionali che esprimono opinioni che hanno un’ingerenza con vicende di altri Paesi. Con l’Italia c’è un dialogo costante di natura istituzionale ed economica e deve esserci rispetto reciproco delle dinamiche interne. Indispensabile iniziare a dare degli indirizzi. Una riflessione in questo senso va fatta perché altrimenti continuiamo a farci male da soli”. Anche per il consigliere della Dc Alessandro Cardelli è necessario riflettere su quanto avvenuto: “Quando si ricoprono ruoli di quella importanza, prima di fare certe dichiarazioni è opportuno forse pensarci maggiormente. Il ruolo politico ritengo debba essere esercitato dal Consiglio e dal Congresso. Tali dichiarazioni non erano opportune considerata l’importanza dell’Italia e il rapporto di dialogo con San Marino. Questo va rimarcato al dirigente. Altrimenti si rischia di mettere in discussione il rapporto tra i due stati”. Ragionamenti questi che anche a detta del consigliere di Libera Rossano Fabbri non fanno una piega: “Il problema che si deve porre questo Stato non è quale tipo di efficacia abbiano le esternazioni del dirigente rispetto a quello che dice circa le massime autorità italiane, il problema è che quando si assume l’onore e l’onere di un incarico si rinuncia a una parte di libertà di pensiero perché in determinati ruoli occorre non soltanto essere ma anche apparire super partes. Si tratta di garantire l’imparzialità dell’ordine giudicante”. E tuttavia la coerenza che giustamente viene chiesta al dirigente del Tribunale per il consigliere Fabbri farebbe difetto al governo. “C’è una discrasia tra quel che viene detto e quel che viene fatto. Il governo che oggi è pieno di persone che fino a qualche mese fa si prodigavano nell’esprimere le proprie posizioni, oggi si percepisce che non le stia portando avanti con i fatti. Si è anche cambiato idea sull’ ambito della giustizia. Noi siamo sicuramente per l’indipendenza e l’apoliticità del tribunale. Non si comprende allora perché anziché parlare di questo ci si ritrova a parlare dello stipendio del suo dirigente e dell’eventuale revoca di una delibera. Il problema è più alto. Bisogna avere idee chiare, non bastano le affermazioni di principio”. Tale visione è stata condivisa dal consigliere di Npr Iro Belluzzi, una voce diventata negli ultimi mesi particolarmente critica. “Purtroppo, spero sia soltanto un momento, mi sembra di aver vissuto un déjà vu a parti alterne, mi sembra di ripiombare nel passato, spero che al di là dell’imbarazzo che comprendo sull’inopportunità che il dirigente del Tribunale abbia espresso quello che io ritengo il punto di vista di un esperto costituzionalista, la politica possa ritrovare uno spirito di comunità che vedo minato”. Un intervento amaro quello del consigliere Belluzzi che ha anche riacceso i fari sulla vicenda Cis affermando che si starebbero portando avanti delle operazioni che pur legittime non andrebbero nell’interesse della collettività. “Circolano voci – ha detto Belluzzi – di scelte legittime operate da consigli di amministrazione che potrebbero non coincidere con l’interesse collettivo”.

Repubblica Sm