Occhi puntati sui rappresentanti dei tre partiti “fratelli” attualmente al Governo con il Psd.
Tre partiti che hanno origini comuni, praticamente come la mostra del San Francesco (I figli di Abramo) sono figli del Santo Marino, cioè di quella Democrazia Cristiana nata 66 anni fa che ha preso come simbolo “sacro” e anche “laico” il santo fondatore.
Dunque tre rami dello stesso albero. Tre rami che dopo i dissidi affiorati ad inizio anni ‘90, nel 2008 hanno stabilito un armistizio e sono entrati in un esecutivo che da allora (siamo alla seconda legislatura) hanno avuto un vita non facile nella conduzione del Paese in u periodo a dir poco drammatico sul piano sociale, economico, istituzionale e della giustizia.
Dunque ieri sera si è affrontato il problema con un semplice tracciato da arare: “Comune identità per una azione comune”. Ecco comune, anche se all’appello non era presente il quarto ramo dell’ex Democrazia cristiana di un tempo: l’Upr.
Un riferimento che ha fatto proprio Mario Venturini, capogruppo di Alleanza Popolare: “Siamo tutte forze affini, peschiamo voti nella medesima area di elettori. Siamo in tre al governo mentre uno è all’opposizione. E’ arrivato il momento di fare un ragionamento che escluda quanto fatto dal 2008 ad oggi. I tre al governo hanno lavorato comunque lo si esamini bene. Ovvio non tutto è filato per il verso voluto, ma ora è passato, meglio concludiamo quanto programmato.
Il problema sorge se si guarda al prossimo futuro: cosa vogliamo fare prossimamente? Ci sono obiettivi comuni tra noi, ripeto, quattro forze affini? Cosa possiamo fare per arrivare a traguardi condivisi? Tutto ciò senza guardare sempre indietro, non serve a nulla e a nessuno”. Dunque ieri sera Mario Venturini ha allungato una mano fraterna all’Upr. Direttamente non si è sbilanciato, ma la chiave di lettura del suo pensiero potrebbe essere proprio questa: guardare avanti, tutti insieme se la “costituzione mentale è praticamente la stessa”. Quindi per il futuro prossimo una Federazione con un coro a quattro voci: Pdcs, Ns, Ap, Upr.
E’ una proiezione che ha toccato anche Nicola Renzi, il coordinatore di Ap. Più articolato il suo ragionamento suddiviso in tre tempi.
“Le tesi del nostro ultimo Congresso erano di puntare ad una semplificazione del quadro politico. Una situazione spezzatino che rende il clima agitato, non certamente utile al Paese. Soluzione che suggeriamo è semplice: individuare chiaramente chi si vuol rappresentare. Alle spalle abbiamo anni difficili, vogliamo discostarci da quel periodo, Ap vuol essere il rappresentante dei moderati, dei cittadini di buon senso, di chi persegue e pretende onestà a tutti i livelli”.
Nicola Renzi ha anche dettagliato un secondo punto importante per una azione comune delle formazioni con stesse origini: “La questione morale”. Ma come?
E’ pratico Nicola Renzi: “Taglio con il passato e rinnovamento nei modi e nelle persone. Se si taglia occorre farlo con oculatezza facendo at- tenzione a non togliere di mezzo le cose che funzionano. Il rinnovamento non deve essere travisato come spesso fanno le opposizioni. Poi c’è un terzo aspetto, la responsabilità. Ap, insieme a Dc e Ns, ha già avviato un percorso di cambiamento. L’esecutivo ha attuato un cambio strada importante e riverberi positivi si sono visti. Capisco che può essere difficile da comprendere ma dal 2008 sono stati portati a termine 24 decreti legge importanti nonostante il periodo difficile”. Insomma Nicola Renzi e la sua Alleanza Popolare sono pronti a riprendere il discorso con gli altri partiti di area ex democristiana, almeno da quanto si è intuito ieri sera alla Festa dell’Amicizia.
La sintesi politica, poi, è affidata domenica que- sta sera (ore 21), in piazza Bertoldi, come consuetudine al segretario politico, Marco Gatti. Che oltre a riassumere cosa è scaturito dai tre dibattiti, fare un riassunto dell’ultimo anno di vita politica e ricordare quali saranno i più immediati obiettivi della maggioranza “dovrà uscire allo scoperto” e riassumere i rapporti con le altre forze politiche presenti in Consiglio; sia di opposizione sia alleate. Il tutto inserito nel quadro turbolento di questi ultimi giorni.
La Tribuna