Giovedì 24 luglio, nella cornice della Sala del Castello di Serravalle, si è riunito l’Attivo dei Quadri di USL.
Si è trattato di un evento molto partecipato e dalla base del Sindacato è arrivato un forte e corale NO a quella che è stata presentata come Riforma IGR, ma che in realtà non riforma nulla, poiché semplicemente va a rimettere le mani in tasca a chi ha sempre pagato, toccando quasi esclusivamente i redditi dei lavoratori dipendenti e pensionati, dimenticando i redditi di impresa, quelli da capitale e i grandi debitori.
Per intenderci i 20 milioni che si vogliono recuperare, si vorrebbero continuare a prendere, in larga parte da chi paga, ha sempre pagato ed è la colonna portante del Paese, i redditi medi, e da chi è già in difficoltà, i redditi bassi.
“Non siamo più disposti – ha detto il Segretario Generale di USL Francesca Busignani – ad accettare che i nostri rappresentati paghino per tutti. Se ci sono buchi di bilancio, si trovi il modo di ripianarli senza chiamare in causa le lavoratrici e i lavoratori. Si cerchi di recuperare quanto dovuto dai grandi debitori, visto che non ci risultano azioni, per esempio, di recupero fuori dal nostro territorio. Inoltre, si guardi ai redditi non dichiarati anziché cercare solo e sempre tra quelli certi. Con questo modo di fare si impoverisce il Paese sia dal punto di vista economico che da quello culturale perché, inoltre, la reintroduzione di un diverso trattamento tra lavoratori residenti e frontalieri, rischia di dividere le persone.
Ribadisco quanto già detto più volte: le soluzioni facili vengono congegnate da chi non ha visione. In gioco c’è la tenuta sociale del Paese.”
Sulla stessa lunghezza d’onda le considerazioni del Segretario della Federazione Servizi e Commercio, Marco Santolini: “In questo momento le persone sono in difficoltà, per tutto ciò che hanno perso negli anni in termini di erosione di potere d’acquisto.
Basta leggere i numeri forniti dal nostro Ufficio Statistica, per rendersi conto di ciò che è successo in termini di aumento dei costi dei beni di consumo, dovuti al post Covid e all’inflazione. I Contratti purtroppo hanno coperto questo gap soltanto in parte; dunque, non c’è momento più sbagliato per proporre una riforma formulata in questi termini. Oltretutto la riforma della Legge sulle pensioni produrrà effetti fino al 2029, andando ad alleggerire sempre di più le buste paga per via dell’aumento delle aliquote del primo e secondo pilastro, che per inciso peseranno più sul dipendente che sul datore di lavoro”.
A tal proposito ha voluto evidenziare l’SG Busignani: “avremmo potuto chiedere qualcosa in più in sede di rinnovo dei Contratti, ma abbiamo ritenuto opportuno chiedere aumenti sostenibili a garanzia del sistema, affinché percentuali a copertura totale dell’inflazione, non sfociassero in ridimensionamenti della forza lavoro. Con questa Riforma, che si sta tentando di portare a compimento in pochissimi mesi, non si fa altro che disattendere quanto scritto nel programma di Governo: aiutare le persone facendole sentire al centro e tutelate. Inoltre, dovendo smaccare 6000 euro per accedere al massimo delle detrazioni, senza incorrere in aumenti di tassazione, c’è il rischio che i prezzi aumentino, e chissà chi avrà più difficoltà, sicuramente non chi ha tanto”.
Il Segretario della Federazione Industria, Daniele Tomasetti, ha esposto nel dettaglio quanto in realtà si andrebbe a pagare in più, indipendentemente che si sia frontalieri o residenti, numeri e proiezioni alla mano. Dati che contemplano anche il calcolo del raddoppio della tassazione separata sul TFR e l’aumento della quota da smaccare da circa 1000 euro a 6000, quindi 500 euro mensili anche per i redditi medio-bassi, se non si vogliono subire aumenti di tassazione doppi per non dire tripli”.
“Nulla di nuovo sotto al sole nemmeno per i lavoratori della Pa – ha detto il Segretario della Federazione Pubblico Impiego, Simona Mazza – poiché pur essendo riusciti a rinnovare il Contratto, una riforma come questa rischia di inficiare gli aumenti ottenuti e la contrattazione rispetto alla quale abbiamo già provveduto a chiedere l’apertura del Tavolo per il prossimo rinnovo”
L’attivo dei Quadri ha quindi deliberato che questa Riforma non è altro che un modo per far cassa senza visione prospettica, equità e giustizia sociale. Se non ritirata, o sostanzialmente rivista, è pronto a portare avanti qualsiasi iniziativa, compresi attivi dei Quadri congiunti con le altre OOSS, fino alla mobilitazione, se non ci saranno ripensamenti da parte del Governo.
San Marino, 24-07-2025
Unione Sammarinese dei Lavoratori USL