SAN MARINO. VOGLIAMO ANCORA L’ABORTO CLANDESTINO??? … di Dario Manzaroli

La natura medioevale del nostro povero San Marino  a volte  traspare anche dal ritardo con cui si affrontano temi che le società civili hanno affrontato e risolto 50-60 anni fa .

L’attuale dibattito sul referendum propositivo per l’introduzione di  una legge che consenta l’interruzione volontaria di gravidanza è gravata da questi ingiustificabili ritardi e dai toni oscurantisti  e da crociata   che ha suscitato nei  presunti e spesso improbabili “ difensori della vita” , in particolare in  alcuni di loro i cui atteggiamenti  da santa inquisizione  si sommano con le  fake news che sfornano continuamente  .

Questa fiammata di oscurantismo non scaturisce  e non viene alimentato da un Paese percorso da  un gran  fervore religioso . Anzi .   La Chiesa Cattolica locale , forse ancora la maggiore fra le religioni presenti in territorio  , è da anni in crisi di consensi , di vocazioni , di identità  e , di conseguenza , è scarsamente incidente sui comportamenti individuali e di gruppo. Ad esempio  la pillola anticoncezionale è ampiamente diffusa fra le donne  cattoliche , i matrimoni civili e le convivenze sono molto più numerose dei matrimoni celebrati con rito cattolico  , i divorzi riguardano nella stessa misura sia i matrimoni religiosi , sia i matrimoni civili  ,  i giovani si avvicinano tranquillamente alla sessualità anche fuori del matrimonio ,giusto per citare  alcuni fenomeni che contraddicano decisamente  la dottrina e la morale cattolica  che è rispettabilissima se è testimoniata e   non si pretende di imporla a chi non la condivide .

IL Comitato per il no al Referendum su un tema sensibile come l’Aborto pare quindi essere  un tentativo da parte delle forze più retrive  per  rioccupare uno spazio culturale e politico in  parte perduto con lo sviluppo tecnico-scientifico , la scolarizzazione di massa e la secolarizzazione della società .

 

Per far crescere la consapevolezza dei cittadini , indurre maggiore attenzione al ruolo dell’affettività e non solo della sessualità  e all’uso intelligente dei tanti mezzi anticoncezionali pur disponibili ,bisognerebbe  depurare la questione Interruzione volontaria di gravidanza  da questo ideologismo di retroguardia ,  ed allora si potrebbe constatare come in realtà ci sia solo da normare  per far emergere una situazione già largamente stabilizzata verso numeri piccoli o piccolissimi  , o anche semplicemente   copiare in maniera equilibrata e lungimirante  la stessa 194 italiana , per consentire ad una pratica comunque negativa per la donna , di essere controllata e ridotta ai minimi termini .

Questo e non altro deve essere oggi nel 2021 , e non negli anni 60-70 ,  l’obiettivo di  una legge dello Stato   per l’interruzione volontaria di gravidanza che giunge 50 anni dopo che è stata approvata in altri paesi europei . Questa legge può e deve favorire l’informazione , l’uso corretto degli anticoncezionali  ,il valore dell’affettività ed il giusto riconoscimento delle iniziative che aiutano la donna eventualmente in difficoltà .

Il compito  di legiferare  spetta  al Consiglio Grande e Generale che ha avuto 43 anni di tempo per riflettere  , tanti ne sono passati dall’introduzione in Italia  della legge  194 .

Finora  Il Consiglio GeG  ,negli equilibri e nelle persone che lo hanno incarnato in tutto questo mezzo secolo di tempo , non è riuscito a varare   uno straccio di legge  per l’interruzione volontaria di gravidanza . e se non l’ha fatto non è stato per pruderie morali  ma solo per ipocrisia ed opportunismo ,negli anni passati ed  attualmente e  in tutti i gruppi politici  .

La Furbata è sempre stata quella di pensare  che tutto sommato   quello che non si può fare in territorio , lo si fa tranquillamene “all’estero” cioè a pochi chilometri di distanza : Rimini , Riccione , Cattolica per essere precisi. E cosi occhio non vede , cuore non duole e nessuno rompe i c. , ne i contro ne i pro interruzione volontaria di gravidanza .

Ma questo modo di procedere  maschera e nasconde un fenomeno importante per la tenuta della Società e non consente presa di coscienza ed adozione di comportamenti alternativi , pur possibili .

L’Aborto non è una pratica moderna , è sempre esistito anche nelle società arcaiche .

E’ cambiato il contesto con cui guardiamo ad esso . sono profondamente mutati gli scenari sociali in cui si realizza  e sopra tutto sono disponibili anticoncezionali sicuri ed accessibili (siamo tutti d’accordo , vero ? , che per evitare gravidanze indesiderate si possono e si devono usare gli anticoncezionali ?!?!?!)

l’Italia , San Marino e l’occidente in genere sono profondamente cambiati dal dopoguerra ad oggi .

Dalla organizzazione patriarcale  , prevalentemente agricola , della società , si è passati  a quella attuale   prevalentemente industriale e post-industriale .

Sono aumentate le libertà dei cittadini ed è profondamente  mutato il ruolo della donna , parificata  all’uomo nei diritti e nei doveri , con accesso  a tutti i ruoli sociali e professionali . In questa evoluzione , e si tratta di una grande enorme evoluzione positiva  per tutti , la donna non è più la macchina per far figli  sottomessa e schiava del desiderio maschile , ma  ha conquistato il diritto di   decidere liberamente del suo corpo e quindi anche della sua potenzialità di generare la vita .

La difesa della vita può solo partire   dalla difesa della dignità e della libertà della donna .

Su questa premessa , su questo valore fondamentale , non ci possono essere equivoci e comitati per il si e per il no   penso   debbano necessariamente   convenire ,altrimenti non è possibile pensare ad un dialogo ed ad un confronto per giungere alla migliore e condivisa soluzione  .

Se si conviene su questa premessa e su questo valore basilare ,  allora è falsa e strumentale la divisione fra cosidetti abortisti e cosidetti difensori  della vita .

Nessuno , credo , concepisce l’interruzione di gravidanza come un mezzo di controllo delle nascite . ma ci sono situazioni in cui non esistono alternative .

La distinzione vera , dunque ,  è fra chi vuole che lo Stato normi in miniera equilibrata su un tema cosi sensibile e chi ,battendosi apparentemente per la vita , finisce per favorire  gli aborti clandestini o semiclandestini che toccano poi prevalentemente alle donne più povere , più emarginate ,meno istruite  o che ,per motivi religiosi, sono impedite di   usare anticoncezionali .

Personalmente penso che sia  un errore in questo momento dividere il paese fra abortisti ed  antiabortisti . Attraversiamo un periodo gravido di incognite : la crisi economica , la pandemia che persiste , i cambiamenti che si renderanno necessari per salvaguardare la nostra economia e la nostra sovranità . Il Paese ha bisogno di restare il più possibile unito .

Un Consiglio Grande e Generale che dispone , depositate da tempo , di almeno tre proposte di legge che regolano l’interruzione volontaria di gravidanza ( proposta di legge della Consigliera Vanessa Muratori , proposta di legge di iniziativa popolare , proposta di legge presentata dal Movimento “Rete”) , si può riunire ed approvare quella ritenuta  più equilibrata  evitando il referendum ed i suoi strascichi divisivi –    Essendo un tema con implicazioni etiche , devono essere superate le distinzione partitiche ed ogni Consigliere lasciato libero di votare secondo coscienza .

Questo ci si aspetta da una classe politica per una volta all’altezza del suo ruolo.

 

Dario Manzaroli