La natura medioevale del nostro povero San Marino a volte traspare anche dal ritardo con cui si affrontano temi che le società civili hanno affrontato e risolto 50-60 anni fa .
L’attuale dibattito sul referendum propositivo per l’introduzione di una legge che consenta l’interruzione volontaria di gravidanza è gravata da questi ingiustificabili ritardi e dai toni oscurantisti e da crociata che ha suscitato nei presunti e spesso improbabili “ difensori della vita” , in particolare in alcuni di loro i cui atteggiamenti da santa inquisizione si sommano con le fake news che sfornano continuamente .
Questa fiammata di oscurantismo non scaturisce e non viene alimentato da un Paese percorso da un gran fervore religioso . Anzi . La Chiesa Cattolica locale , forse ancora la maggiore fra le religioni presenti in territorio , è da anni in crisi di consensi , di vocazioni , di identità e , di conseguenza , è scarsamente incidente sui comportamenti individuali e di gruppo. Ad esempio la pillola anticoncezionale è ampiamente diffusa fra le donne cattoliche , i matrimoni civili e le convivenze sono molto più numerose dei matrimoni celebrati con rito cattolico , i divorzi riguardano nella stessa misura sia i matrimoni religiosi , sia i matrimoni civili , i giovani si avvicinano tranquillamente alla sessualità anche fuori del matrimonio ,giusto per citare alcuni fenomeni che contraddicano decisamente la dottrina e la morale cattolica che è rispettabilissima se è testimoniata e non si pretende di imporla a chi non la condivide .
IL Comitato per il no al Referendum su un tema sensibile come l’Aborto pare quindi essere un tentativo da parte delle forze più retrive per rioccupare uno spazio culturale e politico in parte perduto con lo sviluppo tecnico-scientifico , la scolarizzazione di massa e la secolarizzazione della società .
Per far crescere la consapevolezza dei cittadini , indurre maggiore attenzione al ruolo dell’affettività e non solo della sessualità e all’uso intelligente dei tanti mezzi anticoncezionali pur disponibili ,bisognerebbe depurare la questione Interruzione volontaria di gravidanza da questo ideologismo di retroguardia , ed allora si potrebbe constatare come in realtà ci sia solo da normare per far emergere una situazione già largamente stabilizzata verso numeri piccoli o piccolissimi , o anche semplicemente copiare in maniera equilibrata e lungimirante la stessa 194 italiana , per consentire ad una pratica comunque negativa per la donna , di essere controllata e ridotta ai minimi termini .
Questo e non altro deve essere oggi nel 2021 , e non negli anni 60-70 , l’obiettivo di una legge dello Stato per l’interruzione volontaria di gravidanza che giunge 50 anni dopo che è stata approvata in altri paesi europei . Questa legge può e deve favorire l’informazione , l’uso corretto degli anticoncezionali ,il valore dell’affettività ed il giusto riconoscimento delle iniziative che aiutano la donna eventualmente in difficoltà .
Il compito di legiferare spetta al Consiglio Grande e Generale che ha avuto 43 anni di tempo per riflettere , tanti ne sono passati dall’introduzione in Italia della legge 194 .
Finora Il Consiglio GeG ,negli equilibri e nelle persone che lo hanno incarnato in tutto questo mezzo secolo di tempo , non è riuscito a varare uno straccio di legge per l’interruzione volontaria di gravidanza . e se non l’ha fatto non è stato per pruderie morali ma solo per ipocrisia ed opportunismo ,negli anni passati ed attualmente e in tutti i gruppi politici .
La Furbata è sempre stata quella di pensare che tutto sommato quello che non si può fare in territorio , lo si fa tranquillamene “all’estero” cioè a pochi chilometri di distanza : Rimini , Riccione , Cattolica per essere precisi. E cosi occhio non vede , cuore non duole e nessuno rompe i c. , ne i contro ne i pro interruzione volontaria di gravidanza .
Ma questo modo di procedere maschera e nasconde un fenomeno importante per la tenuta della Società e non consente presa di coscienza ed adozione di comportamenti alternativi , pur possibili .
L’Aborto non è una pratica moderna , è sempre esistito anche nelle società arcaiche .
E’ cambiato il contesto con cui guardiamo ad esso . sono profondamente mutati gli scenari sociali in cui si realizza e sopra tutto sono disponibili anticoncezionali sicuri ed accessibili (siamo tutti d’accordo , vero ? , che per evitare gravidanze indesiderate si possono e si devono usare gli anticoncezionali ?!?!?!)
l’Italia , San Marino e l’occidente in genere sono profondamente cambiati dal dopoguerra ad oggi .
Dalla organizzazione patriarcale , prevalentemente agricola , della società , si è passati a quella attuale prevalentemente industriale e post-industriale .
Sono aumentate le libertà dei cittadini ed è profondamente mutato il ruolo della donna , parificata all’uomo nei diritti e nei doveri , con accesso a tutti i ruoli sociali e professionali . In questa evoluzione , e si tratta di una grande enorme evoluzione positiva per tutti , la donna non è più la macchina per far figli sottomessa e schiava del desiderio maschile , ma ha conquistato il diritto di decidere liberamente del suo corpo e quindi anche della sua potenzialità di generare la vita .
La difesa della vita può solo partire dalla difesa della dignità e della libertà della donna .
Su questa premessa , su questo valore fondamentale , non ci possono essere equivoci e comitati per il si e per il no penso debbano necessariamente convenire ,altrimenti non è possibile pensare ad un dialogo ed ad un confronto per giungere alla migliore e condivisa soluzione .
Se si conviene su questa premessa e su questo valore basilare , allora è falsa e strumentale la divisione fra cosidetti abortisti e cosidetti difensori della vita .
Nessuno , credo , concepisce l’interruzione di gravidanza come un mezzo di controllo delle nascite . ma ci sono situazioni in cui non esistono alternative .
La distinzione vera , dunque , è fra chi vuole che lo Stato normi in miniera equilibrata su un tema cosi sensibile e chi ,battendosi apparentemente per la vita , finisce per favorire gli aborti clandestini o semiclandestini che toccano poi prevalentemente alle donne più povere , più emarginate ,meno istruite o che ,per motivi religiosi, sono impedite di usare anticoncezionali .
Personalmente penso che sia un errore in questo momento dividere il paese fra abortisti ed antiabortisti . Attraversiamo un periodo gravido di incognite : la crisi economica , la pandemia che persiste , i cambiamenti che si renderanno necessari per salvaguardare la nostra economia e la nostra sovranità . Il Paese ha bisogno di restare il più possibile unito .
Un Consiglio Grande e Generale che dispone , depositate da tempo , di almeno tre proposte di legge che regolano l’interruzione volontaria di gravidanza ( proposta di legge della Consigliera Vanessa Muratori , proposta di legge di iniziativa popolare , proposta di legge presentata dal Movimento “Rete”) , si può riunire ed approvare quella ritenuta più equilibrata evitando il referendum ed i suoi strascichi divisivi – Essendo un tema con implicazioni etiche , devono essere superate le distinzione partitiche ed ogni Consigliere lasciato libero di votare secondo coscienza .
Questo ci si aspetta da una classe politica per una volta all’altezza del suo ruolo.
Dario Manzaroli