Voto di scambio: adesso basta!
Il voto di scambio è un male endemico con profonde radici storiche. Non c’è politico che possa dirsi immune. E forse anche pochi cittadini. Molti si sono arricchiti, hanno avuto privilegi, lavoro, società, varianti di PRG, posti pubblici. Semplicemente con una promessa di voto.
Il fenomeno assunse dimensioni macroscopiche nelle elezioni del 1993, quando si videro per la prima volta centinaia di argentini fare la fila ai seggi esteri di Fonte dell’Ovo. Non parlavano neppure la lingua e tenevano in mano il passaporto straniero. Quelle foto alimentarono il primo grande scandalo, che però rimase virtuale perché il voto di scambio va comunque provato, almeno da una delle parti. Non si riuscì a dimostrare nulla.
All’epoca, vigeva la legge che ripianava al cento per cento i viaggi degli elettori esteri provenienti da qualsiasi parte del mondo. Così i partiti di opposizione al governo DC – PSS organizzarono un referendum per abrogare quella norma. La battaglia fu acerrima, e senza esclusione di colpi. Era il 1996, vinsero i proponenti. Ma nelle successive elezioni del maggio 1998, DC e PSS persero appena lo 0,5 per cento, conquistando rispettivamente 25 e 14 seggi. Tornarono al governo, più forti di prima.
Il voto di scambio prese altre forme. I viaggi cominciarono ad essere pagati dai partiti, insieme a tutta una serie di regalie varie: soggiorni in hotel, vacanze in crociera, immigrazione di intere famiglie in territorio con tanto di casa e lavoro garantiti.
Ma non è stato possibile mai dimostrare niente.
Neppure con i raid notturni presso gli hotel della riviera, dove ogni partito aveva i “suoi”. Neppure con i filmati realizzati in quelle occasioni. Una sola denuncia da parte di esponenti politici di opposizione arrivò in tribunale dopo le elezioni del 2006, ma fu archiviata.
Sul fronte interno, invece, non è mai stato possibile dimostrare niente. Tutti sanno, tutti vedono, ma nessuno parla.
C’è sempre stato chi è rimasto con un pugno di mosche in mano e chi veniva eletto con migliaia di preferenze.
Almeno finora!
Per la prima volta, infatti, il tribunale ha sancito il voto di scambio come capo di imputazione per alcuni indagati. E forse adesso si riuscirà a cambiare la storia.
Angela Venturini, Giornalesm.com