Sanità privata in sciopero il 22 maggio: possibili disagi anche in Romagna

Si preannuncia una giornata di protesta ad alta intensità quella di mercoledì 22 maggio, quando i lavoratori della sanità privata e del settore sociosanitario accreditato incroceranno le braccia per lo sciopero nazionale proclamato da UGL Salute. Il presidio principale si terrà a Roma, davanti al Ministero della Salute, ma gli effetti della mobilitazione potrebbero farsi sentire anche nei territori, compresa la Romagna, dove sono attive numerose strutture AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari).

A rischio saranno prestazioni non urgenti, servizi ambulatoriali, ricoveri programmati e l’attività nei centri di riabilitazione e nelle case di cura private convenzionate con il sistema sanitario nazionale. Gli utenti potrebbero dover fronteggiare disagi in termini di posticipi e rallentamenti, soprattutto laddove non verranno attivati piani straordinari di contenimento dell’impatto.

Al centro della protesta c’è il mancato rinnovo dei contratti collettivi nazionali del lavoro, fermi da anni. Oltre 200.000 operatori in tutta Italia – tra infermieri, OSS, fisioterapisti, tecnici sanitari e personale amministrativo – aspettano un adeguamento salariale e normativo che riconosca la loro professionalità e il ruolo svolto nel garantire cure essenziali, spesso con risorse inferiori rispetto ai colleghi del sistema pubblico.

«Non devono esistere operatori di serie B», ha dichiarato Gianluca Giuliano, segretario nazionale di UGL Salute, sottolineando l’urgenza di una trattativa concreta dopo anni di attese e promesse disattese. «Sono stati destinati ingenti fondi pubblici alle strutture accreditate – ha evidenziato Giuliano – ma quando si tratta di dare dignità e diritti ai lavoratori, i soldi sembrano non esserci mai».

Lo sciopero rappresenta, dunque, un punto di svolta nella vertenza: un richiamo forte alle istituzioni, alle associazioni datoriali e alle Regioni, affinché si facciano carico della situazione e riattivino un confronto serio e risolutivo.

In Emilia-Romagna, dove il settore sociosanitario accreditato ha un ruolo rilevante nel supportare l’assistenza territoriale e post-ospedaliera, la mobilitazione rischia di rallentare o bloccare parzialmente l’erogazione di servizi fondamentali, proprio mentre si avvicina il periodo estivo, notoriamente più complesso da gestire in termini di personale.

Il 22 maggio, quindi, sarà non solo una giornata di protesta, ma anche un banco di prova per misurare l’effettiva volontà delle parti di chiudere una delle più annose vertenze del comparto sanitario italiano.