SCOSSE DI ASSESTAMENTO NEL MARCHIGIANO, LA GENTE DORME IN STRADA

Ascoli Piceno, 7 aprile 2009 – La forte scossa di assestamento, di magnitudo 4.8, registrata alle 1.15 in Abruzzo, con epicentro nei comuni di Pizzoli, Parete, Catipignano, e Cagnano Amiterno (L’Aquila) ha svegliato anche gli ascolani. Come era già accaduto con quella tragica delle 3,32 della notte precedente e che ha lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue e disperazione.

La memoria è andata di nuovo al sisma del 1997. Molti cittadini, soprattutto quelli che vivono agli ultimi piani, si sono riversati in strada, e, come la notte precedente hanno dormito in auto. Nessun danno, ma di nuovo tanta paura: ‘’E’ la terza scossa grossa che sento’’ (dopo quella di mezzanotte e 47’ di 3.6 e la precedente di magnitudo 4.1 alle 18:40), ha detto una signora, ‘’a questo punto basta, vado di sotto, tanto non riuscirei comunque a dormire’’.

In città e nei comuni limitrofi proseguono anche oggi le verifiche di stabilità degli edifici da parte di tecnici comunali e vigili del fuoco. Per ora, risulta evacuata solo un’abitazione, quella sgomberata ieri a Poggio di Bretta, per lesioni ai muri perimetrali. 

DUE COLONNE DI AIUTI DALLE MARCHE

Della colonna regionale dei vigili del fuoco delle Marche partita per le zone terremotate dell’Abruzzo fanno parte 40 automezzi e 60 pompieri, per metà della provincia di Ancona. I mezzi sono adibiti ai soccorsi in aree terremotate e, in particolare su macerie. Ci sono escavatori e altri mezzi dotati di telecamere per la visione fra i detriti e di sistemi di rilevamento della presenza di persone sotto le strutture crollate.

Sono partiti per l’Abruzzo altri 60 volontari dei gruppi comunali di protezione civile e associazioni delle province di Ancona e Macerata, accompagnati da cinque funzionari della Protezione civile regionale. Si affiancheranno ai 100 soccorritori marchigiani che si trovano già nel campo allestito in prossimità dell’ospedale civile dell’Aquila.
Durante la notte, sotto il coordinamento del dirigente del Dipartimento regionale di protezione civile Roberto Oreficini, hanno tutti lavorato per per la piena operatività dell’ospedale da campo. In collaborazione con l’Ares, l’ospedale garantisce prestazioni di pronto soccorso, assistenza e ricoveri, anche per i dializzati, in sinergia con la struttura sanitaria locale.

Tantissime le telefonate di marchigiani alla Sala operativa della Protezione civile per offrire aiuti materiali e abitazioni per i senza tetto. 

OSPEDALI MARCHIGIANI IN PIENA ALLERTA

Intanto sono in stato di allerta gli Ospedali Riuniti di Ancona, Ascoli, San Benedetto e Fermo. Ad Ascoli tutto il personale sanitario si è reso reperibile così come le equipe operatorie, 4 sale operatorie sono pronte per essere aperte in caso di necessità ed il day surgery è organizzato in modo da poter operare a ciclo continuo h24. Trenta i posti letto al momento disponibili. Stessa situazione a Fermo con quaranta posti letto disponibili. Finora ai due nosocomi più vicini all’Abruzzo si sono rivolti spontaneamente una decina di feriti provenienti dalle zone colpite dal sisma: alcuni sono stati medicati, alti con traumi più gravi, ma tutti guaribili in pochi giorni, sono stati ricoverati. Altri sei feriti lievi che si sono rivolti al pronto soccorso di Fermo invece, sono marchigiani e si trovavano a L’Aquila per motivi di lavoro o studio.

 PRIMI SFOLLATI NELL’ASCOLANO

I primi sfollati sono giunti ieri sera a San Benedetto del Tronto. Si tratta di otto persone, che fanno parte di due famiglie imparentate fra loro. Due di loro, feriti durante il crollo delle rispettive abitazioni nel centro dell’Aquila, sono stati ricoverati in ospedale. Gli altri sei sono stati alloggiati in un appartamento messo a disposizione da una signora di Ascoli Piceno. Le operazioni sono state coordinate dalla polizia municipale, che ha fornito agli otto terremotati i generi di prima necessità offerti dalla Caritas diocesana. Nel frattempo il gruppo comunale dei volontari della Protezione civile ha ricevuto una nuova allerta per un possibile intervento sui luoghi del sisma. Privati cittadini stanno mettendo a disposizione abitazioni ed altri beni.

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