Perché? Versace è in crisi dice la giornalista che intervista Bertelli, marito di Miuccia Prada e genio industriale.
La risposta è straordinaria: non abbiamo preso Versace per crescere per crescere, l’abbiamo presa per la storia. Ci interessa la storia.
E’ un processo ormai affermato nel mondo industriale evoluto. Da tempo. Scopro nulla.
Se compri un paio di scarpe, una tazza di caffè, un whisky. Se compri casa o una moto o un’auto, compri anche la storia.
Del luogo, del prodotto, di chi ha costruito il prodotto in quel luogo.
E spesso la storia vale di più, va oltre ciò che compri.
Perché la storia ha futuro, rigenera, ricostruisce.
Perché li c’è genio, mani che lavorano, cultura, arte a volte, pensiero, cura.
E’ il Made in Italy.
E se il prodotto del momento fosse sbagliato, alla fine prevale la storia. Perché ha futuro.
Si Versace è in crisi ma noi abbiamo preso la storia. Dice Berselli.
E’ quasi sempre stato così in politica. Prima di Tangentopoli e della Seconda Repubblica.
Poi si è cancellata la storia.
E’ come se Bertelli o chi con lui, di colpo, avessero emesso una fatwa su Prada, Armani, Valentino, Versace. Sulla storia. Appunto.
Al di la del prodotto venuto male in quel momento, al di la della crisi che può succedere in un dato momento storico.
No, una fatwa come concetto.
Quindi puoi far politica sé non hai storia.
Cancelli tutti i simboli storici.
Cancelli le culture storiche.
Imbratti come i piccioni sulle statue le leadership storiche.
Immaginate se i Bertelli avessero fatto questo.
Non esisterebbe più l’industria, non solo la moda.
E infatti non esiste la politica.
E nascono leader politici usa e getta e partiti a scadenza, senza storia, che non vogliono la storia, fatta di opere, esempi, cervelli, mani, pensiero.
Alcuni pensano di essere loro la storia.
Quelli che si pensano Napoleone tronfi di ego.
L’Italia democratica ha tanti Versace e Prada e Valentino e Armani.
Si chiamano Turati, Rosselli, Matteotti, Nenni,Einaudi, De Gasperi, Saragat, Moro, Pertini, Craxi.
Ma nessuno li vuole.
Quasi nessuno.
Infatti.
Sergio Pizzolante
