VAGNINI (ANIS) A TUTTO TONDO SULLA SITUAZIONE SAMMARINESE

Da San Marino Fixing –

“Pensioni, necessario un intervento rapido” – Vagnini (ANIS): “Servono azioni, prima che il sistema vada in sofferenza” – L’ANIS attreaverso il suo funzionario William Vagnini intreviene sulle pensioni lamentando lo stato di immobilità attuale delle riforme dopo quelle del 2005.

Vagnini dichiara in merito:

“Troppe volte ormai abbiamo dovuto constatare che la mancanza di interventi tempestivi ha messo in difficoltà il Sistema San Marino. Se non si vuole vedere anche il delicato sistema pensionistico andare in apnea nel giro di una decina d’anni occorre, una volta tanto, affrontare di petto la situazione. Il Governo nei giorni scorsi ha chiamato a confronto le parti sociali proprio per anticipare la propria volontà di prendere in mano le questioni relative alla previdenza e agli ammortizzatori sociali”

 “Sono due argomenti collegati – spiega Vagnini – perché entrambi si intersecano inevitabilmente con il rinnovo del contratto di lavoro, la cui trattativa è partita proprio nei giorni scorsi. Si consideri che gli operatori economici sono chiamati a sostenere oneri a favore di questi strumenti, e quindi su entrambi gli argomenti è richiesta una loro partecipazione attiva”.

Vagnini interviene anche sul momento di contrazione mondiale dell’economia con pesanti ricadute sul nostro sistema:

“Questa crisi globale purtroppo si somma con i ritardi accumulati da San Marino in questi anni. Ritardi causati dalla mancata introduzione delle riforme necessarie per ammodernare il Paese, che ci avrebbero consentito di tenere il passo dei cosiddetti Paesi virtuosi. Le aziende sono alle prese con una problematica competitività, dovuta dall’insieme di diversi fattori. L’inadeguatezza delle relazioni internazionali (il riferimento neanche troppo velato è alla vicenda banche e alla mancata definizione dell’accordo di Cooperazione da troppo tempo in sospeso, ndr), l’annosa situazione della viabilità e delle infrastrutture, un costo del lavoro più alto rispetto ai nostri vicini di casa, un minor numero di ore lavorative, l’eccessiva rigidità delle regole che dettano l’organizzazione del lavoro, a partire dalla difficoltà delle aziende di poter scegliere le persone migliori per un determinato ruolo. L’elenco insomma è sin troppo lungo”.

 
Nel primo incontro con la delegazione dell’Esecutivo, sul tema pensionistico le associazioni di categoria sono state compatte a sostenere che il vero problema è come continuare a garantire la solidità del fondo.
“Su una cosa in particolare siamo tutti d’accordo: le pensioni rappresentano una priorità assoluta. Oggi il sistema pensionistico promette un livello di pensione che non potrà più continuare a garantire anche in futuro: se non si interviene al più presto, nel giro di pochi anni andrà inevitabilmente in sofferenza. Serve però la volontà di tutti, altrimenti questo fardello finirà sulle spalle delle generazioni future. E allora noi riteniamo la necessità di intervenire adesso in qualche maniera, anche parziale, in attesa di vedere come si evolve la situazione internazionale che, ripeto, fa sentire il suo peso anche in ambito pensionistico”.
Si spieghi meglio.
“Occorre muoversi quanto prima, ma lo si deve fare con giudizio. Il fatto è che il trend negativo di questa crisi proseguirà ancora, portando con sé un forte calo dei fatturati e dei minori margini di guadagno. In questo contesto oggi non si può chiedere un ulteriore sacrificio alle aziende, che stanno affrontando una situazione drammatica nel contesto del mercato. Però ci possono essere delle soluzioni per incominciare ad intervenire, soluzioni che rispettino la necessità delle aziende di tentare di accrescere la propria competitività e di trovare risorse per dare vita al fondo alternativo del secondo pilastro. Vorrei ricordare inoltre che il 1 gennaio 2009 è scattato anche l’ulteriore aumento dell’1% a carico delle aziende relativo all’aliquota del fondo pensionistico per i lavoratori”.
Parliamo ora di ammortizzatori sociali. Il Governo ha garantito che non si partirà da zero, ma dagli impegni assunti con l’accordo del 2005.
“Sì, questa è l’intenzione. Il nostro augurio è che si risolvano le numerose distorsioni presenti in questo contesto. Qualche esempio? Va rivista e aggiornata la normativa relativa all’indennità di disoccupazione, sia per quel che riguarda l’importo, sia per le modalità di erogazione e di controlli. Quando si affronta l’argomento contratto è doveroso parlare di ammortizzatori sociali, ma si deve puntare di pari passo anche sulle politiche attive per l’ingresso nel mondo del lavoro”.

 

fonte

san marino web

  • Le proposte di Reggini Auto