Valeria Ciavatta risponde a Morganti sul quesito referendario

Non corrisponde al vero l’affermazione del quotidiano “La Tribuna” secondo cui avrei “accusato la stampa di aver travisato” il mio pensiero. Anzi mi sono chiaramente e quasi esclusivamente rivolta all’articolo del Consigliere G.M. Morganti su “La Tribuna”. Credo di aver dato tutte le risposte in Consiglio e di persona al Consigliere che nell’articolo di oggi ha giustamente smorzato i toni pur continuando ad accusare il Governo di voler ostacolare l’iter referendario. Ribadisco esattamente il contrario: il Congresso di Stato non ha intenzione di interferire né con la Reggenza, né con i diritti del corpo elettorale, né, ancora, con il Collegio Garante. Il Governo intende stare all’interno della legge sul referendum, la quale prevede che il Governo stesso possa presentare un progetto di legge che recepisca il quesito prima che il referendum si celebri. Poiché il Collegio Garante ha scritto nella sua sentenza che in questo caso non si deve predisporre alcuna legge ma che il Congresso di Stato deve porre in essere valutazioni ed attività politiche ed internazionali, il Governo proprio questo intende fare. Il Consigliere Morganti vuole, ed è legittimo dal suo punto di vista, che il referendum si celebri, ma questo non può essere imposto né da lui né da altri, perché la legge prevede due possibili percorsi alternativi e, se le attività del Congresso di Stato, così come prevista dalla sentenza, saranno dichiarate congrue dal Collegio Garante, il referendum può non celebrarsi. Questo è tutt’altro che un golpe: è stare all’interno del binario fissato dalla legge e dalla sentenza; in questo modo la Reggenza è completamente libera di svolgere il proprio ruolo. Nel dichiarare ammissibile il quesito referendario è il Collegio ad aver scritto ciò che non piace al Consigliere Morganti: non se la prenda con il Governo!

Valeria Ciavatta