Il termine “abilismo” potrebbe risultare ancora poco familiare a San Marino, ma rappresenta una delle forme di discriminazione più diffuse e meno riconosciute. Si tratta di un sistema di pregiudizi e barriere che limitano le persone con disabilità, spesso in modo inconsapevole, escludendole dalla piena partecipazione alla vita sociale.
Mentre nei Paesi anglosassoni il dibattito sull’abilismo ha preso piede già dagli anni ’60 e ’70, in parallelo con i movimenti per i diritti civili, in Italia e in altre nazioni con una tradizione assistenzialista il concetto ha faticato a emergere. Storicamente, la disabilità è stata vista come una condizione da correggere, compatire o nascondere, rafforzando un modello medico che la considera esclusivamente una questione biologica da curare, anziché il risultato di barriere imposte dalla società. Al contrario, il modello sociale della disabilità, sviluppato da studiosi e attivisti come Mike Oliver nel Regno Unito, ha evidenziato come siano proprio le strutture, gli atteggiamenti e le politiche a determinare l’esclusione delle persone con disabilità.
La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), adottata nel 2006, sancisce con chiarezza il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e a essere incluse nella società su base di uguaglianza con gli altri. Sebbene il termine “abilismo” non compaia esplicitamente nel testo della CRPD, il concetto è ben presente attraverso articoli fondamentali come quelli sull’uguaglianza e la non discriminazione (art. 5), sulla sensibilizzazione (art. 8), sull’accessibilità (art. 9) e sulla vita indipendente (art. 19).
L’abilismo si manifesta in norme, pratiche e credenze che considerano “normale” un certo tipo di corpo e mente, relegando chi non vi rientra in una posizione di marginalizzazione.
In Italia il concetto di abilismo ha iniziato a essere discusso negli ultimi anni, grazie all’impegno di attivisti e associazioni, che lo hanno riconosciuto come un problema strutturale che va oltre l’accesso ai servizi e richiede un cambiamento culturale più profondo.
Per accendere i riflettori su questo argomento, Attiva-Mente, nell’ambito della Giornata Europea per la Vita Indipendente (5 maggio), organizzerà anche un momento dedicato all’abilismo, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una maggiore consapevolezza su questa forma di discriminazione. Durante l’evento si parlerà di come l’abilismo influisca sulla vita quotidiana delle persone con disabilità, di quali siano le sue radici culturali e di come sia possibile contrastarlo attraverso politiche inclusive e un cambiamento di mentalità. L’appuntamento sarà un’importante occasione per ascoltare testimonianze dirette, confrontarsi con esperti del settore e discutere insieme strategie concrete per costruire una società più equa e inclusiva.
A San Marino il tema non è stato ancora affrontato, ma è arrivato il momento di farlo, poiché non si tratta di un problema individuale, ma collettivo: solo riconoscendolo possiamo iniziare a superarlo.
Per approfondire l’argomento, visita la nostra pagina dedicata: Contrasto all’abilismo.
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