Il nuovo segreto bancario sammarinese

Muove i primi passi il “nuovo segreto bancario” di San Marino. Il segretario di Stato per le Finanze, Gabriele Gatti, porta infatti in Consiglio grande e generale, in prima lettura, il progetto di legge che lo modifica per rendere effettivi gli accordi internazionali sullo scambio di informazioni. Dunque un progetto di legge “necessario”, anche se “molto delicato”, e che per questo verra’ ampiamente discusso e valutato in tutti i suoi aspetti.

 

In sostanza l’intervento amplia il numero di soggetti per i quali non si puo’ invocare il segreto bancario. Oltre all’Autorita’ giudiziaria penale, all’Autorita’ di vigilanza e all’Agenzia di informazione finanziaria, anche l’Ufficio tributario, il Clo e altri organi e uffici pubblici deputati allo scambio di informazioni. Proprio su questo punto si concentrano le prime perplessita’ dell’opposizione, espresse in Aula dai consiglieri del Psd Stefano Macina e Giancarlo Capicchioni.( Gatti sottolinea come la modifica impone “una riflessione politica sul rapporto di prevalenza che si vuole riconoscere a due interessi: quello pubblico degli Stati a non vedere lese le proprie aspettative fiscali; quello privato dei clienti del sistema finanziario sammarinese per avere la massima riservatezza”. E aggiunge che la permeabilita’ del segreto bancario e’ prevista anche nei rapporti tra societa’ capogruppo e societa’ controllate. Dunque “il perimetro” di uno dei piu’ importanti asset di sviluppo del sistema sammarinese viene ridefinito “significativamente”, senza pero’ “arrivare ad escluderne l’efficacia”. Infatti i dati acquisiti dalle imprese finanziare sammarinesi non saranno alla merce’ di chiunque ne abbia interesse, ma solo di chi, “in virtu’ delle pubbliche funzioni esercitate, del ruolo ricoperto o delle qualita’ rivestite, risulta portatore di interessi meritevoli di maggiore tutela rispetto alla riservatezza comunque offerta alla clientela”.     Da ultimo il segretario di Stato ricorda che sono previste sanzioni, anche penali, per la violazione del segreto bancario, sul cui rispetto e’ Banca Centrale a vigilare.

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