Intervista di Dire a Mantica e a Gatti.

Da parte italiana c’è “la volontà di trovare soluzioni” per una nuova intesa con la Repubblica di San Marino. Lo assicura Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri, in un’intervista doppia con Gabriele Gatti, esponente del Pdcs.Infatti, precisa il rappresentante del governo italiano, “l’Accordo di cooperazione, insieme a quello contro le doppie imposizioni fiscali firmato nel 2002, ma non ancora ratificato, saranno oggetto di approfondite trattative nei prossimi mesi”.

E l’esponente democristiano sammarinese sottolinea che “il nuovo Governo ha il dovere di riportare le trattative sul giusto binario, per arrivare alla definizione di entrambi gli accordi su basi che favoriscano un reciproco sviluppo economico”. Anche perché tra i due Paesi, concordano Mantica e Gatti, sono possibili “sinergie”, viste le “tante opportunità di collaborazione”: dal turismo alla sanità, dalla cultura alle infrastrutture.

 

San Marino rigetta da sempre le accuse di essere un paradiso fiscale. Recentemente il Procuratore Pier Luigi Vigna ha definito la nuova legge antiriciclaggio sammarinese, in vigore da settembre, persino più severa della normativa italiana. Un primo importante passo per far cambiare idea all’Italia e all’Europa?

MANTICA: San Marino è un piccolo Stato con una propria autonomia e una solida presenza internazionale. L’essere o no classificato come paradiso fiscale dipende esclusivamente dalle politiche e dalle scelte dei Sammarinesi. So che la Repubblica si è dotata recentemente di una nuova legge antiriciclaggio, ma nella comunità internazionale vengono valutate attentamente soprattutto la volontà dei governi e degli organismi tecnici di collaborare attivamente nella lotta contro il riciclaggio attraverso controlli severi degli organismi preposti, lo scambio di informazioni e la collaborazione nelle rogatorie internazionali.GATTI: San Marino non è un paradiso fiscale. Purtroppo la politica estera del governo di sinistra e del suo Segretario si è rivelata inesistente ed ha prodotto il non inserimento di San Marino nella white-list. I ritardi accumulati ci hanno addirittura costretto, appunto, ad approvare una legge antiriciclaggio più severa di quella italiana ed al momento sembra non essere neppure sufficiente. Col nuovo governo e con un nuovo segretario agli Esteri si potrà recuperare la credibilità perduta.

All’ordine del giorno, nei rapporti tra i due Paesi, sono le inchieste giudiziarie italiane che investono il settore finanziario sammarinese (inchiesta Re Nero, della Procura di Forlì, e inchiesta Camaleonte, della Procura di Piacenza). Dall’Italia, la lamentela che non sempre ci sia giusta collaborazione. Da San Marino, l’accusa del non rispetto della Convenzione in materia di rapporti finanziari e valutari del ’91. Chi ha ragione? L’Italia si è sempre comportata correttamente in questi ultimi mesi?

 

 

GATTI: Quando non si è più credibili succedono episodi come questi e non possiamo aspettarci che quelle stesse persone possano ripristinare un dialogo corretto. L’Italia (dai politici, ai tecnici, alle Procure) non si fida più di chi rappresenta San Marino e la conferma di questa mia affermazione sta nel fatto che questi nostri rappresentanti non si sono dimostrati credibili e autorevoli nel far rispettare almeno gli accordi sottoscritti. La convenzione del ’91 che ho personalmente firmato, aggiornata nel 2001, è una pietra miliare per lo sviluppo del sistema finanziario e creditizio sammarinese. Questo governo, ed in particolare questo segretario agli Esteri, non solo non è stato capace di firmare alcun accordo, ma non riesce nemmeno a far rispettare quelli esistenti. Sono certo però che nei prossimi mesi ripristineremo un dialogo di pari dignità con l’amica Repubblica italiana.MANTICA: Non posso entrare nel merito delle attività delle Procure e delle inchieste giudiziarie italiane. È vero che esistono problemi nei rapporti fra Italia e San Marino sulle problematiche inerenti la fiscalità, lo scambio di informazioni e l’operatività delle banche. I problemi saranno affrontati nel prossimo futuro e spero che si possano trovare soluzioni nel reciproco interesse.

 

Da anni resta sul tavolo l’Accordo di cooperazione economica tra Italia e San Marino. Le principali criticità sembrano originarsi dal tema dello scambio automatico di informazioni. Su questo fronte, come San Marino e Italia potranno “venirsi incontro”?

MANTICA: L’Accordo di cooperazione insieme a quello contro le doppie imposizioni fiscali firmato nel 2002, ma non ancora ratificato, saranno oggetto di approfondite trattative nei prossimi mesi. I problemi non sono solo quelli dello scambio di informazioni e riguardano anche altri ministeri oltre a quello degli Affari Esteri. Da parte italiana c’è la volontà di trovare soluzioni e sono certo che la stessa la potremo riscontrare anche nei nostri interlocutori.GATTI: Sono sei anni che si parla di Accordo di cooperazione, ma sono stati anni di promesse, di bugie e di umiliazioni per il nostro Stato. Il problema dello scambio di informazioni era stato affrontato e risolto nell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali del 2002; accordo che inspiegabilmente non è stato ratificato dai due Paesi. L’Accordo di cooperazione doveva avere ben altre finalità: doveva favorire lo sviluppo delle relazioni e dell’economia nei settori della sanità, della ricerca, del turismo, dei trasporti e superare le problematiche fiscali del lavoro transfrontaliero. Purtroppo, a seguito della mancata ratifica dell’Accordo del 2002 e non sappiamo bene per quali altri motivi, ha assunto una valenza diversa, soprattutto nel campo della fiscalità e dello scambio di informazioni. Il nuovo Governo ha il dovere di riportare le trattative sul giusto binario, per arrivare alla definizione di entrambi gli accordi su basi che favoriscano un reciproco sviluppo economico.

 

Due Paesi vicini, in cui l’Italia fa la parte del fratello maggiore. Eppure le due economie viaggiano a velocità differenti: il Pil italiano è praticamente stabile, quello sammarinese in crescita di 6 punti. Quali sono allora gli insegnamenti che l’Italia può trarre da San Marino? E quali le possibili sinergie di tipo economico (dal parco tecnologico al turismo)?

GATTI: Siamo due Paesi diversi, di dimensioni diverse e con problemi diversi, per cui è assolutamente impossibile fare un raffronto fra le nostre economie. Mi sembra invece importante e strategico puntare sulle tante sinergie che San Marino e Italia possono mettere in campo, perché San Marino non è un problema ma una grande opportunità per l’Italia. Dalla politica internazionale al turismo, dalla viabilità allo sviluppo economico, dalla cultura alla ricerca, i nostri paesi possono collaborare con profitto e nel reciproco interesse. San Marino deve diventare sede di organismi internazionali; collaborare con la fiera di Rimini; il parco tecnologico, l’università, l’aeroporto internazionale sono in prospettiva realtà interessanti per entrambi i Paesi.

Due Paesi vicini, in cui l’Italia fa la parte del fratello maggiore. Eppure le due economie viaggiano a velocità differenti: il Pil italiano è praticamente stabile, quello sammarinese in crescita di 6 punti. Quali sono allora gli insegnamenti che l’Italia può trarre da San Marino? E quali le possibili sinergie di tipo economico (dal parco tecnologico al turismo)?

GATTI: Siamo due Paesi diversi, di dimensioni diverse e con problemi diversi, per cui è assolutamente impossibile fare un raffronto fra le nostre economie. Mi sembra invece importante e strategico puntare sulle tante sinergie che San Marino e Italia possono mettere in campo, perché San Marino non è un problema ma una grande opportunità per l’Italia. Dalla politica internazionale al turismo, dalla viabilità allo sviluppo economico, dalla cultura alla ricerca, i nostri paesi possono collaborare con profitto e nel reciproco interesse. San Marino deve diventare sede di organismi internazionali; collaborare con la fiera di Rimini; il parco tecnologico, l’università, l’aeroporto internazionale sono in prospettiva realtà interessanti per entrambi i Paesi.

 

MANTICA: Ci sono tante opportunità nella collaborazione fra l’Italia e San Marino. Turismo, sanità, cultura, università, parco tecnologico, trasporti e infrastrutture come l’aeroporto mi sembrano i settori da privilegiare. San Marino ha da sempre un’attiva presenza internazionale che l’Italia guarda con grande interesse. Lo stesso Accordo di cooperazione ed unione doganale che San Marino ha con l’Ue può favorire concrete iniziative di sviluppo. 

Sul Titano siamo alla vigilia del voto e per la prima volta a fronteggiarsi saranno centrodestra e centrosinistra. Chi vede favorito? Entrambi gli schieramenti vedono nel rapporto con l’Italia prima, e subito dopo con l’Ue, le priorità. Quali le urgenze da definire al più presto?

MANTICA: Non posso certo entrare nel merito delle scelte dei sammarinesi nella prossima consultazione elettorale. Mi auguro che dopo il 9 novembre il governo che scaturirà dalla volontà dei cittadini saprà attivare un dialogo positivo con l’Italia. Da parte italiana confermo la volontà di affrontare e risolvere i problemi nel reciproco interesse.GATTI: La sinistra perderà queste elezioni perché i sammarinesi vogliano cambiare; perché la coalizione di sinistra ha fallito e le elezioni anticipate ne sono la prova. Il Patto per San Marino vincerà e garantirà 5 anni di Governo stabile ed autorevole. E’ vero, entrambi gli schieramenti vedono nel rapporto con l’Italia una priorità assoluta, a dimostrazione del fallimento della politica estera del Governo uscente. Le urgenze sono molte (redditi familiari, sicurezza dei cittadini, stato sociale, sanità), ma vorrei limitarmi a due grandi obiettivi: ridare dignità e credibilità al nostro Paese, alle nostre imprese, alle nostre banche e meritarci quel rispetto che la comunità internazionale ha sempre avuto nei confronti della nostra Repubblica; garantire una maggioranza stabile che governi con onestà nell’interesse del Paese.

 

 

 

Fonte: Dire