È un fulmine che scuote il centrosinistra a pochi mesi dalle elezioni regionali nelle Marche. Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico e candidato governatore, risulta ufficialmente indagato dalla Procura di Pavia per corruzione. L’indagine riguarda affidamenti diretti concessi durante il suo mandato da sindaco di Pesaro e porta il nome – già noto localmente – di “Affidopoli”.

La notizia è emersa ieri, martedì 22 luglio, quando è stato notificato a Ricci un avviso di garanzia. L’ex primo cittadino ha scelto di comunicarlo lui stesso, attraverso un video pubblicato sui social. Non ha nascosto la propria rabbia per quello che definisce un “tempismo curioso”: la comunicazione è arrivata infatti all’indomani dell’ufficializzazione della data delle elezioni regionali, fissate per il 28 e 29 settembre. Ricci si è dichiarato del tutto estraneo ai fatti, ribadendo di non essersi mai occupato direttamente degli affidamenti e di essersi sempre affidato ai suoi collaboratori. Secondo l’ex sindaco, in caso di eventuali errori da parte del personale comunale, il primo cittadino sarebbe parte lesa, non certo responsabile.
L’inchiesta si concentra su incarichi e contributi pubblici concessi a due associazioni culturali pesaresi: Opera Maestra e Stella Polare, che in tre anni e mezzo avrebbero ricevuto complessivamente circa 600 mila euro. I fondi riguardavano l’organizzazione di eventi, manifestazioni gastronomiche, lavori pubblici legati alla manutenzione di murales e la realizzazione di un’opera dedicata a Valentino Rossi sul lungomare cittadino.
Secondo gli inquirenti, Ricci non avrebbe ottenuto vantaggi economici personali, ma benefici in termini di consenso politico. Un’ipotesi che l’interessato respinge con decisione, affermando di non avere alcun rapporto diretto con le associazioni al centro dell’indagine.
Il caso ha inevitabilmente ripercussioni nazionali. La segretaria del Pd Elly Schlein, che ha fortemente sostenuto la candidatura di Ricci, per ora fa quadrato attorno a lui, confermando di seguire da vicino l’evoluzione della vicenda e ricordando che il diretto interessato si è già dichiarato estraneo. Nel quartier generale dem, il Nazareno, c’è stupore per l’ipotesi accusatoria: per alcuni dirigenti è paradossale sostenere che un politico tragga vantaggio dalla sola visibilità mediatica generata da eventi pubblici, considerandolo un elemento penalmente rilevante.
Diversa la posizione del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che invita Ricci a chiarire quanto prima con la magistratura. Il M5S, pur senza trarre conclusioni affrettate, intende approfondire la natura delle accuse per capire se si tratti di mere irregolarità amministrative o di condotte effettivamente contrarie ai principi del movimento. Conte sottolinea che eventuali comportamenti disonesti sarebbero del tutto incompatibili con i valori pentastellati.
Sul fronte alleati, è più duro Enzo Maraio, segretario del Psi, che bolla la vicenda come l’ennesimo caso in cui la magistratura sembra dettare l’agenda della politica, citando anche il caso del sindaco di Milano Giuseppe Sala, recentemente finito nel mirino giudiziario.
La destra non perde l’occasione per attaccare: i parlamentari di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli ed Elena Leonardi accusano il centrosinistra di opacità amministrativa. Secca la replica del presidente dem Stefano Bonaccini, che denuncia una doppia morale: “La destra è garantista con gli amici e giustizialista con i nemici”. In difesa di Ricci anche Matteo Renzi, che definisce l’uso politico degli avvisi di garanzia un segno di debolezza della politica italiana.
A due mesi dal voto, la partita per la guida delle Marche si fa improvvisamente più incerta.