Questa mattina avevamo scritto:
La notizia è trapelata solo ora, a distanza di ben 5 mesi dal fatto. Verso la fine di febbraio, su denuncia di Claudio Podeschi dopo le rivelazioni di Federico D’Addario in Commissione d’Inchiesta Banca Cis già pubblicate da GiornaleSM, il giudice inquirente, inquisendo Buriani per corruzione, dispone, credendo nella bontà delle dichiarazioni dello stesso D’Addario, la perquisizione sia alla persona, all’abitazione di Città e all’Ufficio in tribunale, peraltro già chiuso da tempo con chiavi in cassaforte, del giudice Buriani.
Vengono, durante la perquisizione, sequestrati i cellulari ed i computer di Buriani sia nell’abitazione che in ufficio in tribunale. Era fine febbraio 2021. A distanza di 5 mesi non sappiamo cosa e quante informazioni siano state trovate in tali cellulari e pc e se i tecnici siano potuti risalire a tutti messaggi, anche quelli eventualmente cancellati.
Di certo, qualora i tecnici trovassero qualcosa, la politica vicina al giudice, come gli esponenti economici ad esso tristemente collegati, come emergono dalle carte di questi anni, potrebbero essere seriamente preoccupati.
La stessa apprensione potrebbe averla Buriani qualora si dimostrasse il suo collegamento con tali personaggi, nonostante lo stress sottolineato dal prof. Bin nella sentenza che, nonostante tutto, ha reintegrato Buriani al suo posto. Nonostante tutto.
Ovviamente GiornaleSM si rende sin d’ora disponibile, prima che ce lo impediscano, alla pubblicazione di quanto emergerà.
Marco Severini