San Marino Rtv: “scacco matto” alla crisi in poche ovvie mosse! La prima spetta alla Rai, designando un Dg che non deve creare sul Titano una tv capace di soppiantare la Bbc… di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Nessuna nuova, oggi, sul fronte della San Marino Rtv, reduce da giorni che definire “drammatici” è forse addirittura riduttivo. Allora, in attesa che in Viale Mazzini scelgano il successore di Andrea Vianello alla Direzione Generale della Tv di Stato sammarinese (al momento, come scritto ieri –leggi qui-, da scegliere fra i giornalisti Luciano Ghelfi e Antonio Farnè), e che Eras e Rai definiscano modi e tempi dell’indispensabile rifinanziamento societario che permetta di affrontare la trasformazione della “vecchia” Rtv in una nuova Tv di Stato accattivante nei contenuti e, soprattutto, economicamente sostenibile.

La domanda che mi pongo oggi e alla quale cerco -nei limiti della mia conoscenza delle singole voci di spesa del bilancio della Tv di Stato- di rispondere è: si può risanare il bilancio della San Marino Rtv senza compromettere la qualità dell’informazione e della programmazione? Se sì -come ritengo- in che modo? Tagliando quali spese?

Al momento, l’unico piano di risanamento trapelato è quello proposto dal Consiglio di Amministrazione che, poi, è stato -almeno secondo quanto scritto dallo stesso Direttore Generale nella lettera di dimissioni inviata a Viale Mazzini- la causa della rottura con il Dg Vianello. Un risanamento da perseguire attraverso licenziamenti di massa e cancellazione immediata di tutte le collaborazioni che, però -e per fortuna!, mi vien da aggiungere- ha trovato l’avversione un po’ di tutti, dalla politica sammarinese alla forza lavoro, dal Dg al governo del Titano.

Sta di fatto che le spese, in un modo o in un altro vanno tagliate. E ciò va fatto creando il minimo impatto sia sulla qualità del servizio pubblico di informazione fornito ai telespettatori, sia garantendo una precisa identità alla Tv di Stato del Titano. Impossibile? Non direi, seppure il disavanzo da correggere sia importante e quantificato dal Cda nel bilancio 2023 in un milione e 450mila euro annui.

Una bella cifra… Che diviene ancor più “pesante” alla luce dell’inverosimile previsione di aumentare i ricavi determinati dalle vendite e dalle prestazioni (quantificati in appena 729.200€ nel bilancio 2022). Nel breve termine, infatti, si dovrà far leva soltanto sui tagli di spesa. E se raggiungere solo a suon di “risparmi” il milione mezzo non è facile, il piano non appare neppure impossibile alla luce delle centinaia di milioni di euro rappresentati da costi non più indispensabili.

Su tutti, come anticipato nei giorni scorsi, il satellite che garantisce le trasmissioni di Rtv sulle piattaforme Tv-Sat e Sky, ma che ha un costo annuo di 423mila euro di solo “canone servizio Eutelsat”, come disposto dalla delibera del Congresso di Stato n.2 del 2 maggio 2023 (clicca qui). 

Solo rinunciando a questo servizio si centrerebbe l’obiettivo di ridurre di quasi un terzo il deficit gestionale. Ma… C’è un ma! Lo scorso anno il Governo -peccando in lungimiranza- ha rinnovato il contratto di fornitura del servizio satellitare fino al 14 maggio 2026… Ciò non esclude, comunque, la possibilità di rescinderlo, magari pagando una equa penale. In prospettiva, però, sul lungo termine, questo è senza dubbio un costo sacrificabile. Difatti, se anni e anni fa il satellite era l’unico modo di poter alimentare la “sammarinesità” dei tanti cittadini residenti all’estero, oggi una semplice -ed economica sia nella realizzazione che nella gestione- “app” per smart-tv soddisferebbe egregiamente l’esigenza, determinando un risparmio annuo di gestione di circa 500mila euro.

Resterebbe da tagliare, così, “solo” circa un milione di spese annue, cifra che che potrebbe scendere di almeno un poco con lo smantellamento del canale tematico Rtv Sport, la cui programmazione potrebbe venire trasferita sul canale principale, e la cancellazione dei nuovi programmi introdotti recentemente e che ben poco hanno di “sammarinese”. Mi riferisco, ad esempio, a Washington Files” di Alan Fredman, o a “Il grande gioco” con Dario Fabbri, che vista la caratura dei loro protagonisti hanno certamente un costo non trascurabile.

La Tv di Stato del Titano, infatti, va senza dubbio ridimensionata, non tanto nella sua strutturazione o forza lavoro, quanto nella sua identità, tagliando tutti i costi prodotti da direttori che, giunti nel tempo sul Titano, non hanno saputo comprendere che il bilancio della Tv sammarinese non permette di porsi in concorrenza con colossi del calibro di Mediaset o Rai stessa nella proposta nazionale (intesa come italiana) o addirittura internazionale.

La Tv di Stato di San Marino deve essere il sevizio pubblico dei sammarinesi, i quali se cercano notizie sulle elezioni Usa o sulla guerra in Ucraina non compongono l’831 sul telecomando, ma cercano Tg5 o Bbc. La programmazione della Tv, inoltre, non se ne fa nulla di un corrispondente stabile in qualche capitale se, poi, i suoi servizi sarebbero realizzabili in redazione solo leggendo un qualunque lancio di agenzia… Come non se ne fa nulla il Tg San Marino dei -certamente costosi- reportage giornalistici sulle “gite domenicali” di qualche caposervizio o giornalista

La nuova, sostenibile San Marino Rtv dovrà essere una Tv “locale”, con la qualità, l’autorevolezza e la dignità di una Tv di Stato. Una Tv che, se vuole mantenere la grande forza lavoro che ha, se non vuole perdere le importanti professionalità che nel tempo ha saputo formare, deve smettere di acquistare anche a caro prezzo programmi “obsoleti”, magari visti e rivisti, dagli “impolverati” archivi Rai, arrivando gradualmente a riempire il proprio palinsesto con “gratuite” autoproduzioni di carattere locale o rivolte a quei settori di nicchia (ad esempio rivolte al mondo degli scacchi, alle pubblicazioni editoriali per bambini ecc.) che renderebbero il prodotto televisivo, poi, appetibile anche per la vendita ad altre tv, massimizzandone l’impatto economico positivo sul bilancio.

Non so di preciso per quanto incida l’acquisto da “Mamma Rai” di, ad esempio, “Un posto al Sole”… Ma temo che la voce di spesa dei diritti di trasmissione che finisce ogni anno dalle casse di Rtv a quelle Rai possa essere “spaventosa” e quanto mai impattante sul bilancio.

La Tv di Stato del Titano non può, quindi, essere risanata in quattro e quattr’otto a suon di licenziamenti di massa. Va tracciato un percorso graduale che risulti il miglior compromesso fra “costi e qualità”, senza mai sacrificarne l’autorevolezza. E’ senza dubbio possibile, ma il primo passo dovrà essere l’arrivo di un direttore generale -affiancato, per non dire “commissariato”, da un manager vero e proprio- consapevole di non essere stato inviato a dirigere né RaiUno, né la Cnn..

Enrico Lazzari

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