Nel dibattito acceso che segue il declassamento e il taglio dei fondi statali al Santarcangelo Festival, arriva un intervento netto da parte di Beatriz Colombo, deputata di Fratelli d’Italia e rappresentante del territorio. Colombo prende le difese della decisione del Governo Meloni e sottolinea l’importanza di un controllo rigoroso e trasparente sulle risorse pubbliche destinate agli eventi culturali.
Secondo le dichiarazioni rilasciate ai media locali dalla deputata, parlare di censura o pressione politica nei confronti del Santarcangelo Festival è fuorviante. “Con il nuovo decreto ministeriale, il ministero della Cultura ha pubblicato i punteggi e le ammissioni per il triennio 2025-2027 nell’ambito multidisciplinare, con una commissione interdisciplinare nominata ex novo che valuta programmi e contenuti in modo obiettivo”, spiega Colombo. “Il cambiamento delle sensibilità e dei criteri non è solo legittimo, ma necessario, per assicurare la qualità e la trasparenza nell’assegnazione dei fondi pubblici”.
La deputata precisa che nessun festival è intoccabile: “Non mettiamo in discussione la storia artistica del Santarcangelo, ma i finanziamenti pubblici devono rispettare criteri qualitativi, non essere automatici. Nel corso degli anni, il festival ha ospitato spettacoli fortemente controversi, come performance di un ballerino nudo che urinava in piazza di fronte a bambini, oppure eventi con temi pro-gender ed ecosessualità. È lecito chiedersi: è questo il tipo di cultura che lo Stato deve sostenere?”
Colombo difende la nuova commissione come uno strumento di cambiamento positivo: “Finalmente c’è chi legge i programmi e li valuta sul merito. La stagione dei finanziamenti a pioggia per festival e film poco seguiti è finita. Il pluralismo culturale non è in discussione, semplicemente le risorse vengono distribuite con criteri più stringenti, soprattutto in un momento in cui le domande per accedere ai fondi sono aumentate del 70%.”
L’esponente di FdI conclude con un invito alla riflessione per chi contesta la decisione: “Difendere la cultura significa anche rinnovarsi, dialogare con il pubblico e alzare gli standard qualitativi. Chi oggi grida allo scandalo dovrebbe fare un’analisi di coscienza. L’esecutivo non ha commesso errori.”